Referendum anti-trivellazioni
REFERENDUM ANTI TRIVELLAZIONI
Raffinerie, hub portuali, pozzi petroliferi, centri e pozzi di stoccaggio di petrolio e di gas, oleodotti e gasdotti, i cui effetti sono leucemie, tumori, avvelenamento di acqua, aria, suolo, cibo, inquinati da centinaia di sostanze chimiche, da metalli pesanti, da idrocarburi; come risultato di un lungo elenco di stravaganti scelte sociali, economiche, finanziarie ed energetiche dei governi che si sono succeduti negli ultimi decenni. L’ultimo atto di questa follia sono le perforazioni petrolifere presso le nostre coste per poche centinaia di milioni di rayalties all’anno contro i 13 miliardi di sovvenzioni ai fossili, con i quali si potrebbero installare impianti fotovoltaici per 2 milioni di famiglie.
Tutti noi oggi vogliamo con questo referendum, quale strumento di democrazia, continuare ad acquisire forza sociale e politica per andare finalmente oltre il modello energetico fondato sulle fossili che ormai è tenuto in vita unicamente nell’interesse delle lobby, delle multinazionali e di privati a favore delle quali il governo, che fra i paesi europei si distingue per la lotta contro le nuove rinnovabili, sta facendo ricorso agli usuali tentativi per evitare il quorum, restringendo i tempi per il normale dispiegamento di una campagna elettorale e sacrificando alcune centinaia di milioni di euro che si potevano risparmiare accorpando il referendum alle elezioni amministrative.
Del lungo elenco di tali miopi scelte politiche, paradossalmente definite “strategiche”, ricordiamo le ultime del nucleare e della gestione privata dell’acqua, bloccate dai rispettivi referendum, per cui la vittoria di quello del 17 aprile aprirebbe un nuovo capitolo per la transizione verso le energie rinnovabili, con effetti trascinanti anche per altri paesi europei. A tal fine Legambiente Messina da anni conduce una campagna di informazione per un nuovo criterio di sviluppo a lungo termine delle rinnovabili con nuove tecnologie, l’utilizzo di risorse locali (a Km Zero) e l’indipendenza dalla rete nazionale, oggi con apposita petizione per l’attivazione dell’Amministrazione comunale.
Pertanto con il nostro “si” al referendum del 17 aprile dobbiamo far capire al governo che il popolo non intende rinunciare alla propria sovranità, alla coesione sociale, al sapere, alla creatività, alle relazioni operative tra reti; e che la ricchezza del nostro mare non sono i combustibili fossili, ma le tante altre risorse del nostro territorio: la bellezza delle nostre coste, culla della nostra storia e della nostra cultura, le risorse energetiche del territorio oggi in mano alle lobby e agli speculatori, i prodotti della nostra agricoltura e dell’industria alimentare oggi boicottati dalle politiche agricole ed economiche.